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Oggi diamo spazio alla testimonianza di una collega, Francesca Fontanella.

Ci racconterà il suo modo di lavorare e  5 storie (e le 5 canzoni) dei suoi pazienti; come ha integrato Songtherapy e Storytelling.  Ecco le sue parole:

Le domande fondamentali

  • Se potessi celebrare questo momento con una canzone, quale sceglieresti?
  • Quale colonna sonora attribuiresti alla situazione che stai vivendo?
  • Ti farebbe piacere ascoltare una canzone?
  • Posso dedicarti una canzone?

La risposta a domande di questo tipo è un’esperienza speciale, mai scontata, ricca di emozioni, di condivisione e complicità. Una magia relazionale, la testimonianza di un cambiamento.

La risposta a queste domande è un brano musicale: una canzone, un pezzo strumentale, un inedito, una canzone per bambini; pezzi classici, rock, medioevali, pop; canzoni in italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo, arabo, cinese.

La risposta a queste domande dà un ritmo agli incontri, fa suonare i cambiamenti, aggiunge una melodia alla narrazione delle storie di vita.

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Songtherapy e Storytelling: come ho integrato canzoni e narrazione?

Lo StoryTelling, in psicologia, è uno strumento per creare uno spazio immaginativo ed attivare un processo di ri-scoperta delle proprie risorse e delle possibilità ed opportunità per vivere meglio.

Per parlare spiccio, si raccontano delle storie, si producono metafore e connessioni tra esperienze vissute e esperienze narrate, si costruiscono narrazioni alternative e si cercano  parole nuove per un nuovo modo di raccontarsi.

Le canzoni sono un’ottima colonna sonora di queste narrazioni: ne potenziano le suggestioni ed i vissuti emotivi e facilitano la produzione di cambiamenti positivi.

Per conoscerne il potenziale, lasciate che vi presenti alcune storie e le loro colonne sonore.

1. L’uomo che desiderava ricordare

Un uomo desiderava ricordare il padre, morto molti anni prima, e i momenti trascorsi con lui. Non riusciva a ricordare nulla eccetto un dettaglio: nei momenti di tristezza, si rifugiava nell’officina del padre, ad ascoltare musica classica.

L’uso della musica classica come sottofondo gli permise di entrare in contatto con la tristezza,

di riappropriarsi dei ricordi del padre e di costruire con lui un nuovo tipo di legame.

La narrazione della storia passata e la colonna sonora del passato diventano narrazione e colonna sonora del presente e dell’immediato futuro.

Ecco uni dei brani che hanno fatto da colonna sonora ai nostri incontri: Beethoven, sinfonia n.3 Eroica,

2. La donna che riscoprì l’armonia della sua vita

Una donna desiderava ritrovare se stessa e cominciare ad amarsi, dopo eventi di vita che la avevano portata a vivere con una sensazione di impotenza e rinuncia le sue attività e relazioni.

Portò una registrazione di una sua prestazione con il violino e ne usò gli accordi per raccontarsi, associando i suoni a momenti di vita e caratteristiche personali. Raccontò la sua storia così, in diversi incontri, scoprendone il ritmo e l’armonia.

Ricordò la sua passione per la musica e le tornò la voglia di suonare.

Il passo che la donna suonava con il violino, ripetendolo per allenarsi è il passaggio a metà di questo brano di Robbie Williams:

3. La donna che cercava le sue origini

Una donna, di origini latinoamericane e con innumerevoli trasferimenti alle spalle, arrivò raccontando di aver ‘perso la sua storia’.

Scelse tre canzoni per rappresentare le sue origini: durante l’ascolto, scrisse parole che sentiva rappresentare diversi momenti del passato: nomi di persone e animali, piatti preferiti, letture, città in cui aveva vissuto.

Ecco le canzoni:

https://www.youtube.com/watch?v=WyOJ-A5iv5I

https://www.youtube.com/watch?v=OdR7Na1QFDQ

https://www.youtube.com/watch?v=1vrEljMfXYo

4. La famiglia che recuperò l’amore per la condivisione

Una famiglia in crisi scelse di ascoltare una vecchia canzone per bambini. Molti tra voi conosceranno la canzone di “Piero il cow-boy”. Eccone una variante:

Là nella foresta
lassù sul monte Nero
c’era un bel cow-boy che si chiamava Piero.

E la sua cavalla
dormiva nella stalla,
mentre lui beveva allegramente il tè.

Il cow-boy Arturo
pian pian scavalcò il muro
e la sua cavalla gli rubò: ohibò!

Ma l’indiano giallo
col chiodo nel cervello,
prese la cavalla e gliela riportò.

Tutti i componenti della famiglia associavano questa filastrocca in musica ad una fase di vita di piacevole condivisione.

La narrazione che ognuno aveva di quel periodo mostrò loro una complicità dimenticata e la possibilità di una storia comune, da continuare a portare avanti.

5. La donna che cercava uno spazio per la rabbia

Ascoltammo un brano dei Bring Me The Horizon, che la donna definì:

“Perfetto, perché urla la rabbia come vorrei urlarla io!”

E ci raccontammo una storia: la storia della scimmia urlatrice che trova un luogo per dare spazio al suo desiderio di far uscire la voce. Dopo qualche tempo, la donna si iscrisse ad un corso di teatro.

N.B.1: Ringraziare sempre i propri pazienti

I miei clienti mi permettono di ascoltare insieme a loro canzoni che descrivono ‘belle’, ‘forti’, ‘giuste’ e mi danno modo di aiutarle a capire cosa renda queste canzoni belle, forti e giuste rispetto alla loro storia.

N.B.2: Ricordare di concludere il percorso con una canzone

Il percorso psicologico si conclude con una canzone da portare con sé, come speciale – e personale – àncora al benessere e stimolo alla crescita e a proseguire, giorno per giorno, il cambiamento.

I can’t go back to yesterday because I was a different person then.
L. Carrol

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