
Alta autostima: buona o cattiva?
Nella mia visione dell’autostima, una persona con alta autostima è una persona soddisfatta di sé, che si stima di grande valore, capace di affrontare le situazioni.
Anche chi gli sta vicino si sente valorizzato.
Spesso, però, scatta il giudizio negativo: un’alta autostima è tipica delle persone cattive!
Davanti ad una persona con alta autostima potresti farti queste domande:
– questa persona si sente grande e migliore di tutti, pensa di saper fare tutto?
– Si sente già arrivato, chi si crede di essere?
Come rispondi a queste domande fa una grande differenza.
Chi ci appare sicuro e realizzato può essere giudicato buono o cattivo.
E anche noi possiamo essere giudicati nella stessa maniera.
Valore, capacità e fiducia da una parte, arroganza, egoismo e indifferenza dall’altra.
Parole che cambiano a seconda del punto di vista e della cultura in cui viviamo.
Tutto ciò, lo sa bene Giovanni (nome di fantasia), persona che ho seguito nel mio studio e che mi ha raccontato questa canzone!
Parole che pesano
Diranno qualsiasi cosa
Scherzeranno sul mio nome
Proveranno a tarparmi le ali
Canta Megan Threinor nella canzone “I love me”
Queste sono le parole tradotte della canzone che Giovanni, mio paziente, mi ha portato in studio per descrivere il suo conflitto tra desideri e giudizi.
Sentendo queste parole sente il peso del giudizio degli altri. E quella stessa vocina compare ogni volta che si sente sicuro e prova a raggiungere obiettivi importanti. Gli dice:
Rimani umile, non gioire troppo. Non provarci, non festeggiare: cosa penseranno gli altri di te?
Le parole echeggiano nella sua mente, lo bloccano anche prima di iniziare qualcosa per lui importante e che può essere anche di ispirazione e aiuto per gli altri. Si giudica.
Vivendo la situazione di Giovanni, comprendiamo questo conflitto: vuole migliorare, ma la paura di cadere nell’autostima cattiva è grande!
Come vedi, le parole sono importanti.
Come dice Nanni Moretti
Le parole sono importanti
Insieme a Giovanni, tutti noi facciamo i conti con le parole, le regole e le conoscenze della nostra cultura. Le teorie che usiamo per spiegare la realtà rispecchiano le culture in cui viviamo.
Come reagisci quando ascolti la frase “ha un’alta autostima“? Pensi ad una persona piena di sé, indifferente agli altri e che pensa solo a se stesso?
Quando l’autostima si accompagna a bassa empatia ed egoismo, spesso sotto c’è qualcosa di problematico.
Facciamo un po’ di luce sull’empatia e l’autostima grazie alla psicologia!
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Le luci dell’empatia di Simon Baron-Cohen
Immagina tante luci che variano di intensità in una stanza. Dentro ci sono due persone e c’è sempre un po’ di luce. Non esiste solamente lo spento e l’acceso.
L’immagine descrive il funzionamento dell’empatia umana: lo psicologo e docente britannico dell’Università di Cambridge, Simon Baron-Cohen, ci aiuta a comprendere meglio questo processo.
Lo psicologo descrive accuratamente alcuni disturbi di personalità, come il narcisismo, e condizioni come l’autismo, in cui l’empatia è nulla e la manipolazione dell’altro, usarlo come un oggetto, è una strategia continua per rafforzare la sicurezza e l’amore verso di sé.
D’altra parte, i trent’anni di studio dello psicologo britannico ci descrivono meglio questa risorsa, l’empatia, che si fonda sull’uso dell’attenzione e di una risposta adeguata alle emozioni, pensieri e stati mentali dell’altro.
Baron-Cohen illumina meglio il legame tra autostima ed empatia.
Un’alta autostima elimina l’empatia?
Torniamo alla stanza con le luci ed alla classica definizione dell’empatia: la capacità di mettersi nei panni degli altri. Come può questa capacità essere legata all’autostima?
Focalizzare rigidamente la luce su te stesso può portare ad usare gli altri come oggetti, mentre focalizzarsi solamente sugli altri può portare a Simpatia, ossia ad una sofferenza e contagio emotivo, spesso disfunzionale, non utile per te e per gli altri.
Rigidamente è la parola chiave!
Infatti, empatia e autostima sono due processi. Entrambi sono legati, non si escludono a vicenda.
La vera autostima, quella rock’n’roll, si esprime con azioni per gli altri: ciò aumenta la tua autostima buona!
I vantaggi dell’alta autostima da rockstar
Io sono l’altro
puoi trovarmi nello specchio
la tua immagine riflessa
Come dice Niccolò Fabi, io sono l’altro.
Si intitola così la canzone che racconta l’altro: uno specchio, la tua stessa immagine. L’altro è importantissimo.
Un modo di dire molto comune afferma: “prima di amare qualcun altro, impara ad amare te stesso.“
Amarti, conoscere il tuo valore, credere in te stesso, non impedisce di dare valore agli altri. Autostima non è, infatti, sinonimo di egoismo ed egocentrismo nel senso negativo dei termini.
Sono parole nuove rispetto a quelle comunicate da chi ti circonda o ciò che pensi sull’autostima?
Vediamo che insegnamento trarne!
L’insegnamento fondamentale sull’alta autostima
Ti lascio qui, in sintesi, ciò che le canzoni e gli studi psicologici citati ci insegnano:
- Si può avere un’alta autostima e aiutare gli altri!
Essere sicuri di sé, delle proprie capacità, amarsi per il proprio valore può aiutarti a raggiungere obiettivi per te importanti e dare valore anche agli altri.
Puntare le luci e le tue azioni sia su di te che sull’altro!
Che ne pensi? Ti lascio di seguito anche un video sulla differenza tra arroganza e autostima.
Ecco il video per te!
Oggi ti ho parlato nell’articolo di autostima buona o cattiva, un argomento importante su cui riflettere. Sarà sempre più utile in futuro parlare di autostima salda e profonda.
Il contatto con un’autostima profonda aiuta ad agire in base a valori importanti per te.
Un’autostima più rock’n’roll per vivere una vita ricca e soddisfacente!