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De André: il re dei cantautori

Il Faber è il cantautore italiano per eccellenza, verso cui tutti gli altri si sentono debitori.

Psicologicamente parlando, la sua grandezza è stata quella di creare un perfetto equilibrio tra emozionare e far venire la pelle d’oca e far riflettere su temi importanti dal punto di vista esistenziale, sociale, politico.

Appunto, la sintesi perfetta dei due emisferi: quello sinistro più analitico e specializzato, e quello destro più emotivo e globale.

De André come “psicologo”

Nelle storie raccontate da De André troviamo l’umanità con i suoi vizi, le sue debolezze, le sue risorse: ognuno dei personaggi può essere un caso clinico per descrivere una patologia o il superamento di una patologia.

Con il linguaggio sferzante dell’ironia, senza mai cedere alla retorica del sentimentalismo, le sue ballate raccontano i lati oscuri della psiche umana: dalla solitudine e il non-giudizio del “Pescatore” alla scoperta del transessualismo di “Princesa”, ai disturbi di personalità di “Un medico”, di “Un chimico”. Ogni storia diventa così un sintetico trattato di psicologia sulla personalità umana.

Canzoni “Terapeutiche”: De André, 6 motivi/insegnamenti/canzoni

Non abbiamo studi scientifici quantitativi per dire questo (per intenderci non abbiamo fatto un esperimento con un campione specifico e uno di controllo), ma quello che scrivo deriva dalla mia esperienza con molti pazienti con cui ho applicato la Songtherapy e parlato di De André. 

La grandezza di Fabrizio De André come “terapeuta” risiede in 6 caratteristiche fondamentali, che diventano altrettanti benefici e insegnamenti che noi possiamo trarne.

1. Essere se stessi

Sia la biografia che i testi del Faber sono intrisi di Congruenza, cioè di quella caratteristica che Carl Rogers (padre della terapia centrata sul cliente) indica come la capacità di essere profondamente se stessi di fronte all’altro.

Vi ricorderete sicuramente la genesi di “Amico Fragile”: il Faber era ad una festa, voleva parlare di attualità mentre tutti volevano che suonasse; mandò a fanculo tutti e in una notte da ubriaco scrisse questo capolavoro di Congruenza, dove tutto è spaventosamente vero.

2. Essere empatici

La seconda caratteristica indicata da Rogers: riuscire a mettersi nei panni dell’altro.
Questo il Faber lo sa fare bene, ne è maestro: quando sentiamo le sue liriche è “come se” parlassero veramente i personaggi delle sue storie, come se fossero le loro parole raccolte e poi cantate.
De André riesce ad essere empatico con tutti: dai nani maligni (“Un Giudice”) alle prostitute (“Bocca di Rosa”), ai pazzi che mettono le bombe (“il Bombarolo”) a chi vuole cambiare (giustamente) la propria identità sessuale perché transessuale (“Princesa”) al dolore delle madri che trovano i propri figli crocefissi.

3. Non giudicare l’altro, accoglierlo

“Se tu penserai, se giudicherai, da buon borghese

Li condannerai a 5000 anni più le spese

Ma se capirai, se li cercherai fino in fondo

Se non sono gigli, son pur sempre figli vittime di questo mondo”

Terza caratteristica indicata da Rogers: l’accettazione incondizionata. 

4. Amare quello che si fa

Si conosce l’ossessione del Faber per la perfezione del proprio lavoro: interi giorni, settimane passate su un testo per trovare il vocabolo giusto.
Una passione che lo consumava. Una critica feroce verso il proprio lavoro, che lo portò a mettere in dubbio in dubbio un capolavoro come Marinella.

Senza impegno, senza dedizione, non c’è risultato apprezzabile.

5. Analizzare le questioni, andare a fondo

La capacità di andare oltre l’apparenza, oltre la superficie dei fatti è una caratteristica per comprendere il mondo e noi stessi: l’incoscio individuale e collettivo non si vedono, si devono intuire dai comportamenti manifesti.

Faber era un asso nel guardare oltre, nel non fermarsi all’apparenza ma approfondire le questioni e dare un significato più ricco.

Un insegnamento importante per un’epoca come la nostra in cui tutto è veloce, liquido, a volte banale, dove si prende posizione senza conoscere a fondo le cose.

6. Osservare le “colpe” del sistema, non del singolo

Psicologia sociale: spesso attribuiamo totalmente le responsabilità alla condotta del singolo, senza aver analizzato come l’ambiente, la società abbiano indotto tale comportamento; negli anni, molti esperimenti hanno dimostrato che la pressione del gruppo e determinate condizioni possono spingere l’individuo sano a commettere azioni atroci, solo creando un setting che premesse verso tali azioni.

Di nuovo il Faber è pilota in questo: il suo occhio è pietoso verso i poveri cristi, la sua lingua tagliente contro la società, la borghesia e i poteri forti.

E per te? Perché e come De André è stato terapeutico per te?

Raccontaci la tua esperienza: un momento di vita, una situazione in cui il Faber è stato benefico per te, ti ha permesso di superare un momento difficile, ha espresso le tue emozioni, o ti ha migliorato la vita.

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