Beethoven compose il suo lavoro più importante quando era sordo. Ma cosa sarebbe successo se, anziché essere sordo fosse rimasto paralizzato in qualche incidente? Sarebbe possibile comporre musica con la mente, senza utilizzare mani e braccia?
Il compositore britannico del ventesimo secolo Frederick Delius ha aggirato il problema dettando le sue composizioni al suo assistente Eric Fenby.
La musica attraverso la mente
Un nuovo studio, però, dimostra che i suoi successori possono avere un’alternativa molto più facile. Un gruppo di ricercatori austriaci ha dimostrato che, con l’attrezzatura appropriata, i compositori possono trasmettere le loro composizioni musicali dal cervello… Alle pagine del pentagramma.
Vent’anni fa, l’idea di comporre un pezzo di musica usando il potere della mente era inimmaginabile
Questo è quanto ha dichiarato Gernot Müller-Putz professore della Graz University of Technology e co-autore dello studio “Now we can do it”. Lui ed i suoi colleghi, guidati da Andreas Pinegger, lo considerano il primo grande passo verso un sistema di composizione musicale per persone gravemente disabili.
La ricerca pubblicata
Lo studio, pubblicato sulla rivista online PLoS One, ha contato un totale di 18 partecipanti: 17 musicisti dilettanti ed un clarinettista e compositore professionista.
Con elettrodi attaccati al cranio per raccogliere i segnali elettroencefalogrammici dal cervello, ognuno di loro si è seduto di fronte ad un computer dotato di un’interfacia sofisticata che ha permesso di trasmettere gli stimoli dal cervello al software di composizione musicale.
Per chi vive una vita limitata da malattie o lesioni, la capacità di esprimere le proprie emozioni attraverso la musica potrebbe essere un vero e proprio dono
Il software utilizzato mostra diverse note musicali che lampeggiano in sequenza. Quando una nota si accende, il partecipante si concentrerà su di essa, producendo un leggero (ma misurabile) cambiamento nelle onde cerebrali emanate. Rimanendo concentrati sulla stessa nota, il computer registra la volontà di utilizzarla nella composizione.
La simulazione attraverso le onde cerebrali
I partecipanti all’esperimento hanno utilizzato questa tecnologia per descrivere mentalmente due parole: “Musik” (musica in tedesco) e “Lizst” (nome del compositore). Hanno quindi mentalmente emulato un breve pezzo di una composizione esistente, per poi procedere con la scrittura di un proprio pezzo.
Il livello di precisione del software è molto alto, tanto che anche gli stessi partecipanti al test ne sono rimasti piacevolmente stupiti.
La parola ai critici
Certo, per chi non ha problemi di nessun tipo, può sembrare un metodo compositivo estremamente freddo e impersonale, ma non è affatto così. Si tratta di dare una nuova opportunità a coloro che amano scrivere e suonare musica, con l’obiettivo di fornire uno strumento di intrattenimento ed espressione di sé per le persone con gravi patologie debilitanti.
Infatti, per tutti coloro che hanno delle limitazioni fisiche, la capacità di esprimere le tue emozioni nella musica potrebbe essere un vero e proprio dono.
Tu cosa ne pensi?
Lascia un commento!