Un mitico brano dei Police, che una mia atleta emotiva ha saggiamente utilizzato per combattere i sintomi della depersonalizzazione: musica per combattere l’ansia.
Depersonalizzazione: che cos’è?
La depersonalizzazione consiste nella percezione, da parte di una persona, di parti del suo corpo o di suoi pensieri, come qualcosa di estraneo a sè, come se non gli appartenessero.
La sensazione è un pò quella di “guardarsi da fuori”. E’ veramente una situazione sconvolgente, un’esperienza terribile perché nel momento in cui si presenta la persona ha la percezione molto reale di impazzire.
Spessissimo questo rappresenta “solo” un sintomo legato all’ansia (molto spesso prima o durante gli attacchi di panico possono presentarsi sintomi di depersonalizzazione). In questi casi, la percezione alterata che abbiamo appena descritto si presenta sporadicamente e non in maniera assidua, durante periodi “critici”.
La depersonalizzazione però può essere legata anche a stati psicotici della persona, in questi casi si presenta molto più di frequente e, chiaramente, necessita di una diagnosi e di una cura da parte dello psichiatra, che può essere portata avanti in parallelo con la psicoterapia, ma che non può essere sostituita dal solo intervento dello psicoterapeuta.
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La musica può aiutare a tornare da uno stato di depersonalizzazione
Ritornando alla mia atleta emotiva che, dal mio punto di vista, ha vissuto un periodo carico di ansia che ha trovato espressione in questo sintomo di depersonalizzazione, in che modo questa canzone l’ha aiutata?
Durante un episodio di depersonalizzazione, dove ricordiamo c’è una percezione alterata di se stessi e dei propri pensieri, ha utilizzato questa canzone per ritornare alla “realtà” e per uscire dal suo stato d’ansia, focalizzandosi sulla musica, sulle parole, sul ritmo.
L’ansia: i pensieri diventano la realtà
Quando è in uno stato d’ansia la persona sta quasi esclusivamente focalizzata sui suoi pensieri, spesso “terrificanti”.
Si va in quello che il mio collega Gennaro Romagnoli chiama “Matrix”.
Il Matrix è una realtà parallela che la persona si crea all’interno della mente e che viene percepita come la vera realtà.
Se la persona crede che ciò che sta dentro la sua testa sia la realtà “concreta”, reale, i pensieri saranno di conseguenza considerati reali. La persona ad esempio che pensa di essere matta, in quel momento, si percepisce davvero come matta.
La realtà concreta, le sensazioni aiutano ad uscire dal “TILT”
Come uscire da questo “Matrix”?
Nel momento in cui la persona riesce a spostare l’attenzione sulla realtà che la circonda, sorge la possibilità di tranquillizzarsi.
I pensieri sono andati in “tilt” e l’unico modo per uscire da questo “tilt” è la focalizzazione sulla situazione fuori dalla propria testa, sulla realtà.
Come si sposta l’attenzione da dentro a fuori?
- Focalizzandosi sul tatto
- Focalizzandosi sui suoni
- Focalizzandosi sul respiro
- Focalizzandosi sugli oggetti esterni
L’importante è che la persona utilizzi la propria energia mentale, non più per pensare ma per fare altro.
Ciò che ha fatto la mia atleta con questa canzone è proprio quello che abbiamo appena descritto. Si è focalizzata suoi suoni, sulle parole, sul ritmo di questo brano e questo le ha permesso di riprendere contatto con sé stessa, con il suo corpo e uscire dalla crisi.