Nella canzone Blunotte, pubblicata nel 1997 nel suo secondo album ”Confusa e Felice”, la “Cantantessa” siciliana sembra parlare di dipendenza affettiva.
Ho pensato alla “gabbia d’amore” tra padre e figlia.
Cos’è la dipendenza affettiva?
Nella dipendenza affettiva parentale sono sempre almeno due i soggetti: madre- figlia/figlio e padre-figlia/o.
In alcuni casi la dipendenza coinvolge l’intera triade padre-madre-figlio/a, tutti inconsapevolmente fautori di un circolo vizioso. I due o più individui soggetti a questo tipo di legame, senza rendersene conto e spinti dalle migliori intenzioni, cooperano nella costruzione di un labirinto che imprigiona tutti, e chi richiede un supporto di tipo terapeutico è di solito il figlio/a.
Un figlio che dipende affettivamente dalla madre o dal padre spesso esprime solo una parte di difficoltà ben più ampie e di più lungo corso, relative alla storia dei genitori, al rapporto che essi hanno con le famiglie d’origine e al sistema di valori a cui si riferiscono.
I genitori dipendenti, al di là della specificità del singolo caso, sono accomunati da un complesso di convinzioni, emozioni e comportamenti: ansietà e pessimismo, problemi nella relazione col coniuge, rigidità morale.
La canzone
La canzone Blunotte mi sembra esprimere bene le problematiche che una figlia dipendente dal padre può avere. Il brano si apre con un’ ammissione:
“Forse non riuscirò a darti il meglio, più volte hai trovato i miei gesti inutili /../ più volte hai trovato i miei gesti ridicoli”.
Da un lato una figlia che ha sempre cercato di dare alla persona amata tutto il possibile, dall’altro lato un padre che non ha mai saputo apprezzare tutti gli sforzi.
Prosegue con:
“E non ho fatto altro che sentirmi sbagliata”.
La sensazione della figlia di sentirsi sbagliata dopo continui sforzi nel cercare di plasmare se stessa per aver approvazione dal genitore. Infine l’acquisizione di consapevolezza da parte della figlia sta nella frase:
“Ed ho capito soltanto adesso, che avevi paura”.
Grazie Carmen! Buon ascolto!