Mi chiamo Laura. Ho lavorato con una psicoterapeuta come osservatrice in un gruppo.
Le partecipanti erano tutte donne. Si lamentavano delle loro relazioni affettive. Estremamente razionali.
Razionali. Non si davano l’opportunità di sentirsi, non ascoltavano il proprio corpo e i segnali che il loro emisfero destro mandava.
Erano invece occupate a giudicare e razionalizzare eventi e/o persone causa del loro malessere. A parlare di “lui”, di “lei” invece che parlare di loro stesse. Era difficile farle aprire.
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La svolta con la musica
Abbiamo detto loro di dirci una canzone che amavano e che le rappresentava e l’abbiamo ascoltata insieme; insieme ci siamo date l’opportunità di fermarci e di stare, di sentire cosa stava accadendo mentre ascoltavamo le parole della canzone scelta e cosa succedeva nel corpo.
(Luca Carboni – Silvia lo sai traccia portata da una ragazza che aveva lasciato il fidanzato con problemi di eroina)
Il clima è così cambiato: abbiamo lasciato un clima giudicante per accogliere un clima empatico.
Abbiamo iniziato a riconoscere i sentimenti che venivano fuori da una “semplice” canzone, e ne sono usciti fuori altri ancora più antichi, che parlavano, finalmente, di loro e non degli altri!
(Gianna Nannini, Mura mura traccia indicata da una ragazza che aveva perso il papà da qualche mese)
Entrare in contatto col “magone”
Una signora esordì dicendo:
non riuscivo a capire da dove veniva questo magone, perché non gli davo sfogo! Sento questo magone nel petto…..non mi ascoltavo da molto tempo…
Da qui l’incontro è divenuto più intimo, privo di giudizi, accogliente e con una consapevolezza diversa, perché c’è stato un “contatto” con l’Io, e non con i semplici fatti.
Si è capita l’importanza di dare ascolto al proprio corpo, attraverso la musica, per poter avere una consapevolezza diversa degli eventi.
(Ornella Vanoni, Domani è un Altro Giorno questa la portò una donna molto insoddisfatta della sua vita, tradita dal marito, divorziata e con tanti rimpianti-problemi anche con i figli)
Grazie, emisfero destro!