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L’adolescenza è quel periodo di vita che ognuno di noi inserisce tra i momenti più significativi e spensierati del proprio percorso di vita.

La scuola, gli amici del cuore, l’estate in vacanza, le canzoni, il gusto del rischio;

Tutti momenti che sono stampati a fuoco nella nostra memoria a lungo termine.

Eppure l’adolescenza è uno dei periodi più difficili da vivere nell’arco della propria vita, troppi cambiamenti in troppo poco tempo, tutti osservabili a vista d’occhio. I brufoli, il cambio di voce, la desatellizzazione da mamma e papà (Ausbel, 1954), le relazioni affettive: in nessun altro momento infatti, ci troveremo ad avere la necessità di rispondere in maniera competitiva ed efficace a tutti questi cambiamenti così impegnativi (Palmonari, 2011).

Adolescenza è come comporre una canzone

In questo periodo si definisce il proprio Sé, come quando nello scrivere una canzone si comincia a buttare giù una bozza di testo, un primo giro di accordi; a brano musicale ultimato, avremo sperimentato quello che in psicologia viene chiamata formazione dell’identità personale e sociale.

Questo lungo e faticoso processo spesso avviene attraverso le relazioni che da adolescenti abbiamo stretto con qualcuno, ed ecco perché le amicizie dell’adolescenza sono quelle per noi più significative, sono quelle che inconsapevolmente ci hanno aiutato ad essere così come siamo adesso.

Una canzone dei Baustelle ci rimanda a quei momenti, a quei ricordi, a quei profumi:

Quali sono le nostre rane?

Il pezzo sembra proprio parlare delle atmosfere e delle amicizie adolescenziali.

In adolescenza si va alla ricerca dei quei “pari” che hanno i nostri stessi valori e interessi, dove il tema centrale è la condivisione. Ecco la forza del ricordo della nostra adolescenza.

Ne “Le Rane” c’è la  scoperta della propria sessualità, le esperienze agresti e spensierate e la pesca delle rane dove ormai lo stagno è stato coperto dalla piscina di un agriturismo.

Ricordi emotivi, nel domandare all’amico alla fine “che fine hai fatto? Ti sei sistemato?”, alla luce della presenza del “tempo che sfugge” anche se “il segno del tempo rimane”.

Il tempo, la dimensione che in adolescenza porta con se un ricordo nostalgico dal sapore agrodolce tipico dei Baustelle.

Bibliografia

AUSUBEL, D.P. (1954). Theory and Problems of Adolescent Development. New York: Grune and Stratton.

JACHIA, P. – PILLA, D. (2011). I Baustelle mistici dell’Occidente. “Un’assurda specie di preghiera che sembra quasi amore”. Milano: Ancora.

PALMONARI, A. (2001). Gli adolescenti. Né adulti, né bambini alla ricerca della propria identità. Bologna: Il Mulino.

PALMONARI, A. (2011). Psicologia dell’adolescenza. Bologna: Il Mulino.

Articolo di  Andrea Montesano  con supervisione di Romeo Lippi

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