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Brian Hugh Warner, aka Marilyn Manson, ha fatto parecchia notizia nel corso della sua carriera, a partire dalla scelta del suo nome d’arte: un mix che nasce tra l’icona del cinema Marilyn Monroe e il serial killer Charles Manson.

I suoi comportamenti controversi ed i testi delle sue canzoni lo hanno portato ad avere un grande impatto sul pubblico e ad essere uno tra gli artisti più discussi degli ani ’90 e 2000.

Guarda il mio video sul “principe delle tenebre”:

Contrariamente da quel che comunemente si crede, i suoi testi non sono delle banali odi a Satana. Nascondono molto di più, basta saper leggere tra le righe.

Ecco perché la futura collega Francesca Casolari ha creato una playlist composta da sette canzoni di Marilyn Manson che possono aiutarti nei momenti più bui. Canzoni che non urlano contro di te ma con te, per supportarti nello sfogo della rabbia e delle emozioni più tristi. Pronto a schiacciare play?

1. Kill 4 me

Vorresti uccidere uccidere per me? Ti amo abbastanza per chiedertelo ancora. Uccidi uccidi per me.

Esistono amori malati basati su chiari progetti di manipolazione. Quella di Kill 4 me racconta una precisa storia in cui lui manipola la sua lei e le chiede la cosa più estrema che esiste, a mo’ di prova d’amore.

Un chiaro esempio di dipendenza affettiva che non bisogna assecondare per evitare di farsi male (e di farlo agli altri).

2. This is new shit

È già stato tutto detto prima. Non c’è più niente da dire quando tutto è uguale. Blah blah blah. Ribelle, ribelle, festa, festa, sesso, sesso, sesso. E non dimenticate un po’ di violenza.

Leggere tra le righe, come detto poco sopra, è importante per saper interpretare al meglio le parole di Marilyn Manson. This is new shit è un brano che tratta la normopatia e la necessità di uscire dai propri schemi preconfezionati per ritrovarsi liberi.

3. Irresponsible hate anthem

Sono così tipicamente americano. Odio chi odia, stuprerei chi stupra. Non sono l’animale che non riesce ad essere sé stesso. Sei tu che mi hai messo in mano il bastone. Sono l’idiota che non riesce ad essere sé stesso.

Un urlo contro i mali della società. Marylin Manson, in questo brano, è come se dicesse che i cattivi sono altri e non lui. Si apre e si spoglia delle sue vesti “sataniche” mostrandosi come una persona fragile che, in fin dei conti, non riesce a ritrovarsi.

4. You’re so vain

Sei così vanitoso. Probabilmente pensi che questa canzone sia su di te.
Sei così vanitoso, sei così vanitoso. Scommetto che pensi che questa canzone sia su di te, vero?

Quanti narcisisti hai incontrato nella tua vita? Persone sempre convinte che si parlasse sempre di loro, con l’idea di essere sempre giusti, i migliori, i più belli, i più simpatici e così via.

You are so vain è un brano dedicato proprio a questa tipologia di persone. Un piccolo inno per far sì che scendano dal loro piedistallo dorato.

5. The gardener

Non sono abbastanza uomo per essere umano ma sto cercando di adattarmi e sto imparando a fingere. Ogni sfumatura, ogni dettaglio, ogni movimento ogni odore, suono, frase, inflessione. Il modo in cui lei ride. Queste sono tutte le cose di cui tu ossessivamente feticizzi o che ti costringerai ad amare.

Un brano dedicato alla falsità di alcune relazioni in cui i membri fingono di essere ciò che non sono. The gardner, tra le righe, spiega di quanto sia necessario liberarsi dalla tossicità di questi finti amori.

Essere sé stessi è la cosa più bella che esista al mondo… Non trovi?

6. Hey, cruel world

Ehi, mondo crudele… Non hai quello di cui c’è bisogno. Non abbiamo bisogno della tua fede. Abbiamo un maledetto destino.

Spesso, forse più di quello che pensiamo, cerchiamo di dare spiegazioni logiche a tutto ciò che ci succede. Il mondo non funziona così: non esiste una logica a tutto. Un brano che invita all’accettazione, senza dare troppe spiegazioni alle fasi della vita che attraversiamo.

7. Threats of romance

Mi piaci danneggiata, ma ho bisogno di qualcosa rimasto. Qualcosa per me, qualcosa per me da rovinare.

C’è un sentimento sadomasochistico, in cui lui vuole solo provare piacere da lei e lei non viene mai interpellata. Una canzone che parla di amore senza sentimento, quello marcio, che spesso ferisce dolorosamente l’altra persona.

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