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Tutti conosciamo qualcuno che ha bisogno che tutto vada sempre come dica lui, secondo i piani previsti e che non ammette nessun fuori programma. Il perfezionista, il pignolo del gruppo di amici. Magari il Mister Precisetto della situazione sei proprio tu che stai leggendo questo articolo. Tu che dici?

Che sia al lavoro, nelle relazioni o durante semplici faccende quotidiane, molti di noi hanno un’area in cui tendono ad essere perfezionisti assoluti. E mentre investiamo tempo ed energie per far sì che quella cosa sia perfetta, tutto il resto ne soffre. E a volte siamo proprio noi stessi a soffrire, mascherandoci dietro al nostro perfezionismo patologico.

Quando la ricerca della perfezione non fa bene

Lo sai che quando si manifesta un’eccessiva smania di perfezionismo è molto probabile che lo stesso porti con sé i suoi amici più stretti? Ti stai chiedendo di chi sto parlando? È presto detto: gli amici del perfezionismo sono depressione, ansia e rabbia.

Le persone più pignole e con la necessità di raggiungere la perfezione in qualsiasi campo sono più a rischio di sperimentare psicopatologie come la depressione, specialmente in periodi di forte stress o dopo aver subito un fallimento (Hewitt e Flett 1990; 1993).

Perché, alla fine, il vero perfezionismo non è semplicemente avere degli standard elevati, bensì è una reale mania di controllo irrazionale, direi incontrollabile.

Ora ti farò una domanda: alla luce di quanto emerso, sei proprio certo che la tua voglia di perfezionismo sia un bene? Riflettici un attimo e intanto continua a leggere. Oggi ti darò qualche suggerimento per migliorarti ed imparare a controllarti grazie ai risultati di diverse ricerche.

Ridefinisci i tuoi standard

Ovvero: cerca di ridimensionare le tue aspettative. Hai bisogno di comprendere quali siano i normali standard nella quotidianità, perché il problema che accomuna tutti coloro che soffrono di perfezionismo patologico è quella di avere delle aspettative troppo elevate.

Quindi, se la tua eccessiva voglia di perfezione si manifesta (ad esempio) sul luogo di lavoro, osserva i tuoi colleghi: quanto tempo impiegano su un singolo progetto? Quante volte si fermano fino a tardi? Essere più approssimativi è un problema per il quale potrebbero essere licenziati? Realizzano un buon lavoro?

Anche se sei convinto di fare ciò che è strettamente necessario, non è detto che sia così. Lo è per te, ma non per tutti gli altri.

Quindi, un buon metodo per ridimensionare gli standard è quello di guardare lo sforzo e non solo il risultato. Se produci ottimi risultati devi capire quanto ci metti per farlo e dare un costo a questo tempo. Inoltre, pensa ad esperienze precedenti in cui magari hai consegnato un report senza controllarlo 300 volte… Sei sopravvissuto, no?

Quello che devi fare è concentrarti su quello che c’è dietro al risultato: il tempo impiegato, lo stress, il cattivo tenore di vita. I tuoi standard sono davvero così realistici come credi?

Bene, a questo punto penso ti sarai accorto che forse le tue aspettative sono leggermente fuori controllo. Quindi che fare? Ascolta la canzone e continua a leggere.

La canzone n. 1 – Siamo chi siamo| Ligabue

Conosco le certezze dello specchio
e il fatto che da quelle non si scappa
e ogni giorno mi è più chiaro

Inizia a fare dei test nella vita di tutti i giorni

Prova a premere “invia” subito dopo aver scritto una mail, senza rileggerla nemmeno una volta. Prova a presentarti 5 minuti in ritardo ad un appuntamento. Prova a comprare dei pantaloni online dandoti un tempo massimo di 2 minuti per la scelta. Ora aspetta: la Terra non è esplosa 🙂

Insomma, quello che devi imparare a fare è tralasciare i dettagli inutili e vedere cosa succede. Il risultato sarà certamente ottimo in ogni caso e capirai che questo nuovo modus operandi non ti porterà a conseguenze catastrofiche.

Ipotizziamo invece che tu ottenga un risultato negativo perché hai fatto un errore di grammatica in quella mail che hai inviato senza rileggere. È così tragico come pensavi? Dai su, in realtà non è così male ma il tuo cervello sta impazzendo perché hai deciso di abbandonare il tuo standard per adattarti alla media. Come gestire tutti quei pensieri che ora ti stanno annebbiando la mente?

La canzone n. 2 – Nobody’s Perfect| Jessie J

So don’t tell me you can’t forgive me
‘Cause nobody’s perfect

Sfida le tue paure

La tua mente continua a dirti che non stai facendo quella cosa in maniera corretta e che questo potrebbe causarti diversi problemi. Non è così: quella voce non è verità assoluta, ma sono delle cattive abitudini che vengono urlate dal nostro sistema neurologico.

La terapia cognitivo-comportamentale dice che ognuno di noi dovrebbe imparare ad identificare e sfidare razionalmente i propri pensieri in modo da capire perché ci destano così tanta preoccupazione.

Quindi, ascolta i tuoi pensieri perfezionisti e prova a generare pensieri alternativi. Confrontali e scegli un modo realistico ed oggettivo per osservare la situazione. Sostituire i pensieri negativi ti aiuterà a sopperire al tuo eccessivo desiderio di controllo. E non devi avere paura di diventare il Re della procrastinazione… Perché alla fine di quello si tratta: di fobia.

La canzone n. 3 – La perfezione non esiste| Influenze Negative

Perfettamente imperfetta,
perché la perfezione non esiste

Impara ad esporti

Affrontare le paure è fondamentale: devi imparare ad esporti verso ciò che ti mette a disagio. Lascia la casa in disordine per un giorno, vestiti senza controllarti allo specchio, ascolta canzoni che non conosci. Dopo ripetute esperienze nella situazione temuta, imparerai gradualmente che non accadrà nulla di drammatico esponendoti.

Se per te è troppo stressante l’idea, ad esempio, di non pulire la cucina per un giorno, prova a simularlo all’interno della tua mente finché non ti sentirai pronto per gestire l’esposizione diretta. Solo con l’allenamento costante riuscirai ad ottenere dei risultati reali!

La canzone n. 4 – Nessuna conseguenza| Fiorella Mannoia

Mi sembrava di restare ferma al punto di partenza
Di non essere capace di bastare mai a me stessa, di non avere una certezza
Di non essere all’altezza
E invece pensa nessuna conseguenza

Riassumiamo: come affrontare il perfezionismo patologico

  • rivaluta i tuoi standard e prova ad adeguarti agli altri;
  • fai dei piccoli test per combattere le tue paure;
  • sfida i tuoi pensieri perfezionisti e sostituiscili con altri più ragionevoli;
  • esponiti alle tue fobie.

Ci siamo? Impara qualche volta a dire non lo so oppure ho sbagliato. Senza motivazioni e scuse: sii umano e ricorda che gli umani non sono infallibili.