Abbiamo incontrato il Teatro degli Orrori poco prima della loro esibizione, carica di significati e di energia, presso il Festival FDB di Fabrica di Roma (26 Agosto 2016).
Ecco il video dell’intervista (bellissima e da vedere tutta): Capovilla si mostra nel suo essere persona non solo sensibile e profonda ma anche informata e schierata in relazione a tematiche profondamente “psico” come OPG e psichiatria.
Sotto abbiamo riportato le frasi per noi più significative!
Fra tutte le canzoni del Teatro degli Orrori, quali sono le più terapeutiche, per il vostro pubblico?
Tutta la nostra musica è terapeutica, nella misura in cui il rock è terapeutico:
il rock ti fa venire voglia di vivere, di combattere, di non rinunciare, di non arrendersi.
Sin da piccolo il rock mi ha aiutato sempre.
Quali sono per voi le canzoni terapeutiche?
- Se mi sento solo ascolto “Selling England by the Pound” dei Genesis che mi mette subito addosso una sensazione positiva.
- Se sono incazzato mi ascolto l’album “Sex Mad” dei NoMeansNo. Ad esempio il pezzo “Dad” in cui si parla di un padre violento e abusante. Davanti a tanta tragedia ti fa pensare che i problemi nella vita siano altri.
- Se voglio sentirmi triste ascolto Miles Davis.
Tante canzoni mi hanno insegnato una cosa bella: non bisogna aver paura di soffrire nella vita.
Quali sono i pezzi più catartici, della vostra produzione?
Ad esempio nell’ultimo album, c’è un pezzo che si chiama “Cazzotti e suppliche”, tratto da versi di Artaud (grande poeta che scrisse tali versi tra un elettroshock e l’altro) e che ho rielaborato, lì dico cose fin troppo personali.
In definitiva: qual è la funzione della musica?
Prima ti voglio dire una cosa:
diffidare sempre, SEMPRE, di chi non ama la musica, vuol dire che ha un cuore di pietra.
La musica è ossigeno, è aria fresca, è fondamentale, cruciale, nella vita delle persone.