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“Odio ed amo. Perché lo faccia, forse mi chiedi/non lo so, ma sento che succede e mi struggo”.

Sembra lo stralcio di una traccia di oggi, in realtà è un “brano” del primo secolo A.C.: è l’inizio del carme 85 del poeta latino Catullo.

Tu dirai che è una poesia, non una canzone! Ti sbagli, perché la poesia nel mondo antico veniva recitata con un ritmo (chiamato metrica) ed accompagnata da strumenti: una sorta di rap ante-litteram.

Da allora amore e odio sono stati protagonisti dell’arte, come luce e buio, santità e dannazione.

“Ti odio poi ti amo, non lasciarmi mai più”

cantava Mina in Grande, Grande, Grande.

“È una linea sottile tra amore ed odio. La donna più dolce del mondo può essere la donna più cattiva del mondo”

fa eco Annie Lennox in The Thin Line Between Love and Hate.

“E penso spesso a come sarebbe la terra, senza l’amore e tutti i colpi bassi che sferra, senza l’amore non c’è odio, senza odio non c’è guerra”

rappa Gemitaiz, l’idolo di tanti pischelli di oggi, nel brano Come me.

Nel mio lavoro sento tante storie di amanti in cui si passa spesso da un’enorme passione a collera totale e tentativi di manipolazione.

Perché accade questo ce lo svela la teoria dell’attaccamento: nello specifico l’attaccamento insicuro ambivalente.

Hai visto il mio video su perché ascolti canzoni che ti fanno pensare all’ex?

Che c’entra l’attaccamento con l’amore?

Noi umani siamo mammiferi deboli alla nascita ed abbiamo bisogno di attaccarci fisicamente e psicologicamente a figure di accudimento che ci nutrano, proteggano e facciano sviluppare le nostre potenzialità.

Quando tali figure hanno comportamenti empatici, coerenti, costanti, noi interiorizziamo la loro sicurezza: dacché la base sicura era esterna, piano piano la trasferiamo dentro di noi.

Abbiamo sviluppato un attaccamento sicuro.

Quando l’accudimento è  invece incostante o troppo variabile questa base interiore è molto vacillante: siccome il genitore si è dimostrato instabile ed insicuro, interiorizziamo instabilità ed insicurezza.

Abbiamo sviluppato un attaccamento insicuro ambivalente.

Negli esperimenti di strange situation ideati da Mary Ainsworth possiamo ritrovare il nostro argomento: l’amore ed odio.

Nella strange situation dei bambini erano sottoposti per 20 minuti ad una serie di eventi di diversa intensità e tensione emotiva.

Nella strange situation la madre va e viene fisicamente dalla stanza e il bambino sperimenta l’assenza fisica della madre e la presenza di un estraneo: lo scopo è valutare il tipo di attaccamento che può esistere nella relazione madre-bambino; come reagirà il bimbo alla separazione e all’ansia abbandonica?

Quando, dopo l’assenza, la madre ricompare, il bimbo con attaccamento sicuro, dopo un primo momento di lacrime, torna ad abbracciare e agganciarsi alla mamma, a ridere.

Al ritorno della genitrice il bimbo con attaccamento insicuro ambivalente può mostrare invece comportamenti ambigui: da una parte accarezza la mamma, dall’altra può tirarle i capelli, il suo pianto non si ferma, sembra inconsolabile e torna a sorridere in un tempo molto più lungo rispetto al bimbo sicuro.

Siccome l’amore adulto deriva dall’attaccamento infantile, gli stessi pattern comportamentali si possono presentare nelle relazioni adulte: quando l’altro si allontana emotivamente, l’ansia abbandonica crea uno shock emotivo forte in alcune persone, che reagiscono con un’intensità tragica.

Siccome ti amo e non posso andarmene dalla relazione reagisco alla tua azione che mi ha provocato dolore con violenza; non tanto per punirti, ma per segnalarti il mio disagio: come a dire, ti attacco così ti rendi conto di me e di come mi sento.

“Cattivo come adesso non lo sono stato mai”

canta Adriano Celentano in Una carezza ed un pugno.

“Tu per me sei sconvoltura il profumo del fior di loto, ma non mi fido del tuo sguardo, Medusa se vuoi puoi lasciarmi di pietra dentro una stanza chiusa.”

Queste le rime sparate dal rapper Guè Pequeno nel pezzo Amore/Odio.

“Ma quando mi volto e vedo tutti i litigi stupidi che abbiamo avuto capisco che era questa specie di follia che prendeva il controllo”

sembrano i postumi di una super-scontro, sono i Muse nel brano Madness.

Come cambiare la dinamica amore/odio?

Siamo condannati a rimanere in questa dinamica? Grazie alla psicoterapia, no.

Sebbene sia arduo, è possibile.

Sue Johnson, forse la più importante terapeuta di coppia del mondo, lavora su due aspetti: 1. aiutare il singolo a trovare la sicurezza individuale 2. insegnare modi di comunicazione più efficace per la coppia.

  • Abbassare i toni aggressivi,
  • spiegare che dietro l’odio ci sono bisogni profondi insoddisfatti,
  • considerare tutte le cattiverie come reazioni esagerate all’ansia abbandonica,
  • perdonare,
  • creare una comunicazione franca, empatica, continua,
    questi sono gli ingredienti per fare accadere il “miracolo”.

“E dal pugno chiuso, una carezza nascerà”

così chiude Celentano.

Riconciliarsi dopo l’odio

Ecco qualche canzone “terapeutica”:

  • La canzone dei vecchi amanti interpretata da Battiato
    “Mille volte tu dicesti basta, mille volte io me ne andai via”  Una relazione che dura è il risultato di tanti scontri e tanti riavvicinamenti, l’odio viene messo da parte a favore del dialogo.
  • Rabbia di Samuel “è bellissimo comprendere che tutto questo ora diventa indispensabile e che io posso solo arrendermi e sorridere di te”. à Avvicinarsi, arrendersi, seppellire l’ascia di guerra diventa l’elemento su cui ricostruire il rapporto.
  • Perdono di Tiziano Ferro Un misto tra tregua e rivoluzione, credo sia una buona occasione. à Smetterla con l’odio può creare la possibilità di cambiare le cose, operare una rivoluzione positiva nello stare insieme.

Attenzione: le dritte psicologiche e le canzoni aiutano la coppia solo se entrambi vogliono lavorare su di sé ed ammettono le proprie responsabilità.

Se questo non è possibile, se la relazione ti fa troppo male, meglio chiudere: lavorerai da solo/a per migliorare il tuo sistema di attaccamento, in vista per il prossimo rapporto.

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