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Questa è la storia di Ivan – nome di fantasia – un uomo di 41 anni in crisi. 

Ti racconto il primo contatto con Ivan…

… più avanti nell’articolo ti sarà chiaro il senso di questa premessa.

Ivan mi contatta telefonicamente per un appuntamento e tentenna nel chiedere informazioni, in particolare rispetto alle tariffe. Le ha viste nel sito, sono alte per lui e vorrebbe sapere se un incontro possa bastare.

Vorrei sapere se posso venire una volta sola e se pensa ne valga la pena o spendo i soldi per niente… scusi le mie parole, ma non guadagno abbastanza per un percorso continuativo!

Accolgo volentieri la richiesta di Ivan per due ragioni: la prima è che davvero, a volte, basta un incontro; la seconda è che se non fosse così, troveremo senz’altro una soluzione economica accessibile per lui. Gli comunico tutto questo e fissiamo l’incontro.

Sai che con la musica si può fare anche meditazione? Ecco il video in cui ti spiego come fare:

 Una vita in crisi

Al nostro incontro Ivan arriva puntuale, si siede e va dritto al punto. È chiaro che vuole usare bene il suo tempo.

Sono in crisi! Il punto è che penso che io e mia moglie non ci amiamo più. Per colpa del mio non-lavoro.

Ivan racconta della perdita del lavoro dopo anni di impegno in un ruolo dirigenziale in un’azienda che ha chiuso per la crisi economica. Da due anni lavora occasionalmente, con mansioni diverse, in altrettanti diversi luoghi. Guida un furgoncino per le consegne, fa il giardiniere, fa le pulizie in casa di conoscenti. Sotto Natale ha spalato la neve in tutto l’isolato, per pochi spiccioli. Mantiene così la famiglia composta da lui, la moglie e due bambini  piccoli. È stanco. Prova rabbia, frustrazione, vergogna, senso di colpa, tristezza. 

In casa sfogo tutto, appena arrivo a casa e mia moglie mi guarda come fossi da compatire, con la faccia che vorrebbe essere dolce, ma a me pare di una compassione irritante… non so neanche se la amo più! O se lei mi ama più!

Lascia che io ti faccia ascoltare una canzone, Ivan!

Le sue parole mi hanno evocato una canzone di Luigi Tenco: Vedrai, vedrai. Propongo a Ivan di ascoltarla, mentre lui segue il testo dal suo cellulare.

Questa canzone parla di me!

Ivan è colpito. Questa canzone gli sembra parlare della sua storia e dire quello che vorrebbe dire davvero a sua moglie, che maschera dietro le chiusure, la faccia dura e le parole aggressive di ogni giorno.

Questo è quello che vorrei dirle! Che, nonostante io sia in crisi, ci credo e sono sicuro che qualcosa cambierà. Anche se adesso è dura…

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E perché non dirglielo?

Ivan, come è andato dritto al punto con me, va dritto al punto anche con la moglie. Decide di chiamarla, durante il nostro incontro:

Amore, sono dalla psicologa…avrei bisogno di dirti una cosa importante. Solo una cosa… puoi restare in silenzio mentre te la dico? Voglio riesca bene.

Io sono in attesa e comprendo che la moglie di Ivan ha accolto la sua richiesta quando lui mette in vivavoce e nel frattempo recupera dal cellulare il testo di Tenco:

Quando la sera me ne torno a casa
non ho neanche voglia di parlare
tu non guardarmi con quella tenerezza
come fossi un bambino che ritorna deluso.
Sì lo so che questa non è certo la vita
che hai sognato un giorno per noi…
Vedrai, vedrai, vedrai che cambierà
forse non sarà domani, ma un bel giorno cambierà.
Vedrai, vedrai, non son finito sai.
Non so dirti come e quando ma vedrai che cambierà.
Preferirei sapere che piangi
che mi rimproveri di averti delusa
e non vederti sempre così dolce
accettare da me tutto quello che viene
Mi fa disperare il pensiero di te
e di me che non so darti di più.
Vedrai, vedrai, vedrai che cambierà
forse non sarà domani, ma un bel giorno cambierà.
Vedrai, vedrai, non son finito sai.
Non so dirti come e quando ma un bel giorno cambierà.

La moglie resta in silenzio, non si ode neppure il respiro – e, secondo me,  neppure il mio -. Poi Ivan riprende la chiamata in modalità privata e lo vedo ascoltare attento le parole della moglie. Poi chiude la telefonata, mi guarda e dice:

Ci amiamo ancora, come sempre. Adesso ci siamo capiti e penso potremo tornare a fare squadra. Grazie, davvero, aveva ragione: a volte basta un incontro.

Sorrido tra me perché mi resta un pizzico di curiosità per la risposta della moglie, che non saprò mai…

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